domenica 3 novembre 2013

Tutti gli altri si chiamano Alì

Gentile Anna Maria Cancellieri,
è il mattino del 3 novembre e io penso a Pier Paolo Pasolini, alla sua grande umanità. Penso anche a Rainer Werner Fassbinder, alla sua capacità di soffrire per una qualsiasi persona di colore che avesse perso il posto di lavoro. Dunque penso anche a tutti gli Alì che ho conosciuto e sono felice di essere un avvocato che insieme ad una schiera tanto fitta quanto anonima di suoi colleghi tutela il diritto alla vita di quelli che si chiamano Alì. Penso a come ci battiamo quando uno di loro rischia di morire in carcere; spesso li conosciamo solo in quella occasione, e nella maggior parte dei casi pagheranno un compenso irrisorio per la nostra prestazione ma, vede, dottoressa Cancellieri, che lei ci creda o no, per noi non è essenziale. Noi vogliamo abitare in un Paese che si chiama Stato di Diritto. E sa perché? Perché il sentimento della fratellanza, in questo Paese, si radica in un meccanismo istituzionale che lo fa valere nei confronti di tutti e di ciascuno. Perché in questo Paese la fratellanza ha piegato il potere alle sue regole, e dunque non è più un dono bensì un diritto. Rappresentando coerentemente l'effigie del potere, lei invece non ammette diritti, e solo concede doni a chi la conosce, o per lo meno a chi riveste il suo medesimo status; non è un caso che lei si voglia togliere dai piedi la fitta e anonima schiera di avvocati a cui mi pregio di appartenere. Nessuno contesta l'umanità del suo gesto verso Giulia Ligresti, ma non è necessario abolire lo Stato di Diritto per aiutarla; non è necessario destituire tutti gli Alì del loro status di esseri umani. Giulia Ligresti non dispone di avvocati? Non credo. Non si possono fruttuosamente seguire le procedure e salvaguardare Giulia Ligresti insieme agli Alì? Si rende conto di quanti Alì sono spacciati se passerà il principio di affidare ai ministri la salvaguardia della fratellanza tra gli uomini? Una si chiama Giulia Ligresti, ma tutti gli altri si chiamano Alì. Se ne ricordi.

Corrada Giammarinaro

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