- Porre fine all’austerità e alla crisi, con gli strumenti indicati nei 10punti del piano
- Avviare la trasformazione ecologica della produzione, per rispondere alla crisi ambientale e dare priorità alla qualità della vita, alla solidarietà, all’istruzione, alle fonti energetiche rinnovabili, allo sviluppo ecosostenibile
- Riformare le politiche europee dell’immigrazione, rifiutando il concetto di “Fortezza Europa” che alimenta forme di discriminazione, e garantendo invece i diritti umani, l’integrazione, il diritto d’asilo e le misure per la salvaguardia dei migranti, costretti ad affrontare viaggi in cui è a rischio la loro stessa vita
Laboratorio di riflessione politica e cantiere del Cambiamento. A Pisa e dintorni.
sabato 5 luglio 2014
Le due sinistre [contributo di Paolo Conte]
giovedì 5 giugno 2014
Dopo il voto L’altra Europa con Tsipras ringrazia i cittadini di Pisa e continua l'esperienza
PISA – Il comitato pisano de L’Altra Europa con Tsipras ringrazia tutte le cittadine e tutti i cittadini che, dall’impegno profuso nella raccolta firme e nella campagna elettorale, al sostegno dato nelle urne, hanno reso possibile il superamento dello sbarramento del 4% ed eleggere tre eurodeputati.
L’altra Europa con Tsipras, Elezioni Europee 2014: Analisi del voto a Pisa città di Lido Giampaoli
I voti validi dalle politiche 2013 alle europee 2014 sono calati da 53264 a 41306 (-11958)
Nel 2013 alle politiche sel 3223 voti 6,05 % Ingroia 2287 voti 4,29 % sommando
abbiamo nel 2013 5510 voti e il 10,34 per cento
L'altra europa con Tsipras ha avuto 4039 voti 9,78 in percentuale sommando con i voti delle europee di verdi e Italia dei Valori che stavano nella lista Ingroia i voti sono 4623 (-887) in percentuale l'11,19 per cento (+0,85).
Il voto diviso per circoscrizione per la lista L’Altra Europa con Tsipras europee 2014 è il seguente:
Circoscrizione 1 (Marina Tirrenia)
voti 170 (5,17%)
Circoscrizione 2 (Cep Barbaricina Pa Mare San Piero La Vettola)
voti 407 (7,05%)
Circoscrizione 3 (Sermete Putignano Riglione Oratoio)
voti 294 ( 6,12%)
Circoscrizione 4 (San Martino Pa fiorentina La Cella San Marco San Giusto)
voti 889 (11,83)
Circoscrizione 5 (Pratale, Don Bosco, Cisanello Pisanova Pa Piagge)
voti 1192 (11,19%)
Circoscrizione 6 (I Passi Gagno P.a Lucca P.a Nuova SMaria SFrancesco)
voti 1068 (11,75%)
Alcune curiosità:
Il seggio dove la lista ha preso di più in percentuale e in voti è il numero 51 che comprende elettori che vanno da largo S Zeno fino alla berlina e a Piazza Mazzini, diciamo la zona di San Francesco, escluso borgo stretto e strade a ridosso di borgo, con 116 voti pari al 22,05 per cento, poi abbiamo con 85 voti il 17,21 per cento al seggio 53 della zona a ridosso del Duomo,via Filippo Buonarroti, via Carducci, via san Giuseppe via Oberdan via san lorenzo, la terza sezione è la 32 con 95 voti pari al 16,38 per cento che corrisponde grosso modo a Le piagge.
altra curiosità solo 1 sezione sotto la media nazionale si fa per dire è la n.76 con 27 voti e il 4,01 per cento che corrisponde a via livornese e traverse nord che hanno il nome delle isole.
in conclusione:
n.13 sezioni dal 22,05 al 14 %
n.28 dal 13 al 10 %
n. 24 dal 9 al 7 %
n. 14 dal 6 al 5 %
n. 7 dal 4,82 al 4,01 %
continuando la distribuzione e la valutazione del voto relativo alla lista l'altra europa con tsipras con la scomposizione delle circoscrizioni vengono evidenti alcune considerazioni:
La lista prende più voti e percentuali molto alte nel centro storico, in assoluto circa un quarto (25%) dei voti della lista a Pisa città mentre i voti validi nel centro storico rappresentano il 15 per cento dei voti validi complessivi:
s francesco 333 17,11%
san martino 213 15,15%
santa maria 226 13,85%
s antonio 222 13,27%
totale centro storico voti 994 16,17% su complessivi 4039 voti della lista nel comune.
scomponendo i territori circoscrizionali abbiamo che i seguenti quartieri hanno percentuali superiori alla media cittadina:
Pa Fiorentina 122 13,01%
Pa Lucca sud Pa Nuova 109 11,58%
La Cella 36 10,43%
Pa Nuova est 50 9,84%
queste altre inferiori alla media cittadina:
I Passi 36 9,40%
S.Marco S.Giusto 296 9,39%
Piazzali Pa Lucca 35 9,21%
Pa Lucca 295 8,98%
P.a Mare 95 8,65%
Barbaricina 140 7,90%
Cep 116 7,67%
Riglione Oratoio 151 6,72%
Gagno 34 6,50%
SErmete 70 6,49%
Marina 92 5,34%
Coltano 14 5,26%
Tirrenia 78 4,99%
Putignano 59 4,86%
S Piero La Vettola 56 4,03%
Mancano i quartieri della circoscrizione 5 perché è difficile una individuazione omogenea delle sezioni salvo eccezioni, comunque lì il voto è andato molto bene, abbiamo raggiunto la doppia cifra in 17 sezioni e solo in 6 siamo stati sotto non di molto, si rilevano solo 2 risultati non adeguati: in via Maccatella, Parigi Umbria Toscana ecc con 28 voti e 5,09% e, in una zona dove nel passato i comunisti e la sinistra prendevano assai voti in via Norvegia voti 21 e 5,77%
Possiamo dire che per la Lista a Pisa abbiamo un risultato veramente ottimo che si tratta di rafforzare con una iniziativa che coinvolga direttamente i quartieri più periferici,cosa che non è stata possibile, per i tempi limitati della campagna elettorale. D’altra parte la nascita in pochi mesi della lista e l’oscuramento mediatico hanno fatto la loro parte negativa sui voti ottenuti dalla lista, ancora oggi si trovano compagni/e che non la conoscono.
Si parte comunque in città da uno zoccolo duro importante che conferma gli orientamenti espressi nelle diverse consultazioni elettorali svolte negli ultimi anni.
A Pisa la sinistra esiste e con il voto chiede la continuazione dell’ esperienza unitaria oltre le elezioni, nelle forme e nei modi che si definiranno, sta alle forze politiche, ai movimenti, associazioni e agli individui, che si sono impegnati nella campagna per le europee, cogliere questa esigenza, raccogliere questa speranza e fare in positivo la propria parte al di là e con l'esperienza delle proprie appartenenze.
martedì 6 maggio 2014
Radici sociali dell'Europa di Mauro Stampacchia
Finalmente l'Europa è diventata veramente il centro della questione democratica e sociale. Nel profondo della grande crisi, affrontata dalle élites europee della finanza e della tecnocrazia con lo strumento inefficace e barbaro della austerità, cioè della lotta di classe dall'alto contro le classi sociali meno abbienti, di lavoro e popolari, esiste adesso, con le future elezioni del Parlamento Europeo, la possibilità di invertire la rotta.
Diversamente da come ci viene fatto percepire oggi, con una visione appiattita sul presente, l'Europa, questo nostro continente, ha profonde, inestirpabili, radici sociali. L'Europa, intesa come suoi cittadini, come idee sue proprie e caratterizzanti, non potrebbe essere quella che è se non fosse stata costruita, sulla base dei valori della democrazia e della libertà, attraverso la costruzione di diritti sociali e di rappresentanza. Sono le profonde radici sociali (e sociali perchè democratiche) dell'Europa.
Basta una occhiata ai sistemi politici e democratici dell'Europa per vedere che nella maggior parte dei paesi europei il partito o i partiti dello schieramento di centrosinistra ha una origine, per il nome, per la tradizione, per l'insediamento sociale, nel partito di origine socialista, socialdemocratica, laburista, in alcuni paesi, come l'Italia, anche comunista. Un lungo fiume carsico che ha influenzato in profondità la storia europea, e ne ha plasmato il paesaggio sociale e politico, un po' come le grandi glaciazioni che, pur ritirandosi, han lasciato traccia nella morfologia del paesaggio, e che ha una data di inizio di cui dovremmo tra poco ricordare i 150 anni: tra il 28 settembre e il 5 ottobre 1864, a Londra, nasceva la prima Associazione Internazionale dei Lavoratori.
Naturalmente questo non è stato un processo solo europeo. Ha avuto sponde, ma minor radicamento, oltre Atlantico nei nuovi Stati Uniti d'America, e in altri paesi fuori Europa ma con legame con l'Europa, si è diffuso insieme alla dominazione coloniale. Ma le idee nate sul suolo europeo sono servite anche a combattere, e vincere, quella dominazione. Sul continente europeo quel processo ha allineato, pur cambiando spesso natura e radicalità dei movimenti e dei partiti di ispirazione socialista, una serie di conquiste di lavoro che sono state anche conquiste di civiltà, e i cui presupposti ancora fanno parte del patrimonio imprescindibile dell'Europa. Vuoi con le riforme, vuoi con la rivoluzione, questo è il bilancio. Salvo la recente inversione ed abbandono di quel patrimonio e di quella tradizione, coincisa con il blairismo inglese, e con i sempre più forti arretramenti delle altre socialdemocrazie-socialismi europei.
In questo arretramento si è insediata la finanza e la tecnocrazia europea, la algida e arroccata classe dei potenti europei. Quest'ultima ha anche abilmente sfruttato il declino e l'inconseguenza del processo di unificazione europea. Nel pieno della guerra un piccolo gruppo di intellettuali di spirito profetico (Altiero Spinelli, Ernesto Rossi) avevano lanciato, a Ventotene, un Manifesto nel quale, proprio dalla critica delle limitatezza degli stati nazionali e della loro irrefrenabile spinta alla guerra, si lanciava l'idea dell'Europa federalista, degli Stati Uniti d'Europa. Nel dopoguerra questa idea veniva "adattata" alle circostanze, e l'unificazione europea diventava gradualista, possibilista, spostata solo nella sfera dell'economia e non in quella della politica, lasciando spazio alla tecnocrazia. Oggi la grande idea della unificazione europea ricorda un aereo, partito per una destinazione precisa, ma dirottato da tutt'altra parte.
Così un'idea grande e nobile, di democrazia e di democrazia sociale, rischia di essere identificata con l'attuale Europa, insensibile, lontana dagli europei, strumento di dominazione e di restaurazione sociale. Ma non in queste elezioni europee. Primo perchè sempre più forte è la consapevolezza che esse non sono elezioni marginali, di grado minore. Secondo perchè sarà presente la lista Per un'Altra Europa, che riprendendo questi grandi temi europei, lancia la sua battaglia contro gli attuali pessimi padroni dell'Europa. "People of Europe, rise up!" Popoli d'Europa, in piedi!, questo striscione campeggiò a lungo sull'Acropoli di Atene. La Grecia è stata scelta dalla troika europea per il suo discutibile esperimento sociale di miseria di massa e neoliberismo. Oggi sono tanti paesi che si stanno avvicinando alle condizioni imposte alla Grecia, e l'Italia tra questi. Tsipras, il leader greco di Syriza, partito che ha guadagnato consensi come partito di sinistra, europeista di un altro e vero europeismo, guida adesso questa lista, come candidato alla Presidenza della Commissione Europea. In Italia, le 220 mila firme raccolte per la presentazione di Un'altra Europa sono un segnale inequivocabile, per una lista che non ha il sostegno delle oligarchie di partito e dei massmedia, e da questi viene ignorata.
Inevitabile che con questa Europa si sia allargata l'area del cd "euroscetticismo". Facile è l'opera di denuncia, spesso in toni demagogici, populisti, quando non apertamente nazionalistici o razzistici. Ma tanto grande è l'apparenza protestataria, tanto debole è la capacità di indicare alternative che non siano il rinchiudersi negli antichi steccati delle nazioni, delle etnie, delle divisioni. O anche semplicemente il nulla, come succede alla lista di Beppe Grillo che vorrebbe "rivoltare l'Europa come un calzino", ma ammette di non saper poi molto di Europa, e che in realtà non ha alleati su scala europea. Così sceglie di utilizzare, come altri in passato, il voto europeo come un segnale da mandare per la sola realtà italiana ("se siamo i primi alle europee andiamo al Quirinale e chiediamo il governo", cosa impossibile perchè il governo ha bisogno della fiducia del Parlamento nel quale la maggioranza "grillina" come noto non c'è).
Certo però che col voto europeo si segnano anche (ma certamente non solo) questioni interne ai singoli stati. Se domani saremo nei comuni a confrontarci coi tagli di spesa sul sociale è perchè la tecnocrazia e la attuale dirigenza europea, da combattere strenuamente, hanno deciso la linea del fiscal compact e del pareggio di bilancio e perchè la nostra classe di governo l'ha supinamente accettata. Renzi, a commento del suo provvedimento degli ottanta euro (o sedicenti tali) in busta paga, ha voluto aggiungere, da battutista: "e se non è questo di sinistra, che dovevo fare, un esproprio proletario?". Il punto è che c'è in corso, e non da adesso, un esproprio dei proletari ed è la politica di austerità del neoliberismo europeo, che da trent'anni toglie ai lavoratori e al ceto medio quote significative di reddito e che rovescia tutto il peso della crisi solo ed esclusivamente su questi ultimi ed anzi arricchisce i già ricchi, acuendo le diseguaglianze sociali. E Renzi non ha detto parole chiare sul rovesciamento di questa prospettiva, sull'uscita decisa dall'austerità, dal patto scellerato del fiscal compact, dal neo liberismo. E come potrebbe, visto che in quella logica e dentro quello schema mentale lui si muove?
La lista Un'Altra Europa per Tsipras ha il pregio dunque di essere qualcosa di nuovo e di antico insieme. Di antico perchè ha radici profonde in Europa, di nuovo perchè è l'unica risposta elettorale possibile in alternativa vera al miserabile stato di cose presenti. La lista indica in Tsipras il suo candidato presidente ma non si ferma lì. Se si ha chiara la profondità degli sconvolgimenti indotti dalla crisi, e l'impatto sulle classi sociali di lavoro, allora si capisce che la questione mette in campo anche le tradizionali forze del socialismo europeo, prima della crisi approdate ad una rappresentanza supplente non più solo del lavoro ma anche delle classi dominanti, se non anche alla contaminazione con il neoliberismo medesimo. Un successo di Tsipras dovrebbe chiamare anche questo schieramento, decisivo in Europa, ad un benefico riposizionamento insieme alle classi più colpite dalla crisi, e a sciogliere un nodo politico centrale nella questione europea, salvo lasciare la rappresentanza (distorta) di questi ceti alla destra demagogica e populista. Ma sarebbe un (brutto) film già visto e con un finale tragico.
lunedì 14 aprile 2014
L’Altra Europa con Tsipras, oltre 1.800 firme nella provincia di Pisa
La partecipazione a Pisa e Provincia è stata assolutamente positiva: le firme raccolte sono state più di 1.800, ben oltre l’obiettivo di 1.300 che ci eravamo prefissati. Si tratta di un risultato straordinario, se consideriamo che è stato raggiunto in meno di un mese di raccolta effettiva, nel silenzio assoluto dei media, e che la nostra lista è interamente autofinanziata.
Grazie a tutti/e coloro che ci hanno consentito questo primo grande successo, che a livello nazionale ci permette di presentare la lista in tutte le circoscrizioni (con più di 220 mila firme) e, in particolare, a tutte le cittadine ed i cittadini pisani che hanno firmato e ad alle decine di volontari che hanno partecipato alla mobilitazione dedicando ore del loro tempo ai banchetti.
Ora si apre una nuova fase, tra la gente, che spieghi l’importanza e la necessità di votare la lista “L’Altra Europa con Tsipras” per costruire un’Europa dei popoli, un’Europa sociale contro quella dei banchieri, dei finanzieri e dei partiti che in Europa ne sono la mano politica, ma anche contro l’azione disgregatrice e populista delle destre estreme. Chiediamo aiuto a tutte e tutti per raggiungere questo ulteriore obiettivo.
Invitiamo pertanto i cittadini pisani e chiunque altro fosse interessato a partecipare all’Assemblea Pubblica Provinciale che si terrà martedì 15 aprile alle ore 21 al Circolo Arci Alberone in via Sant’Agostino n. 199 per costruire insieme le prossime iniziative di Campagna Elettorale.
Siamo convinti che un’Altra Europa sia possibile, ma che per realizzarla servano l’impegno, la partecipazione e le energie di tutti.
Fonte: Il Comitato Provinciale di Pisa de “L’Altra Europa con Tsipras”
Il manifesto di Alexis Tsipras: 10 punti per Cambiare l'Europa
Appello pisano per L'altra Europa con Tsipras
Appello
Appare chiaro che le grandi forze politiche europee, e in ogni caso tutte quelle che ttualmente governano, non intendono in alcun modo rimettere in discussione queste scelte. Gli interessi dei paesi più forti, dei ceti privilegiati e della grande finanza sono anteposti alla coesione sociale e al benessere della collettività. E persino alla crescita economica, ormai chiaramente strangolata dalle politiche di austerità.
Per fermare il degrado economico, sociale e culturale in atto – e per avviare la costruzione di un’Europa diversa – servono almeno due condizioni: un programma chiaramente schierato dalla parte dei cittadini, dei beni comuni, dell’interesse collettivo e una rinascita della partecipazione popolare. Solo se tutti insieme torneremo ad occuparci dei problemi comuni, senza semplificazioni che conducono verso derive di estrema destra, potremo avere qualche possibilità di invertire la rotta.
La lista “L’altra Europa con Tsipras” nasce per affermare che esiste la possibilità di un’Europa che si fondi sulla solidarietà sociale, sull’inclusione dei soggetti più deboli, sull’equità fiscale, sulla salvaguardia dell’ambiente, sul riconoscimento dei diritti sociali e civili, su strutture di governo continentale realmente democratiche.
“L’altra Europa con Tsipras” intende rappresentare, a partire dai suoi dieci punti di programma, una proposta politica in cui chi vuole un’Europa diversa possa attivamente portare il suo contributo.
Come cittadine e cittadini della provincia di Pisa ci impegniamo in prima persona in questa importante sfida elettorale. Prima di tutto per portare al parlamento europeo la voce di chi è colpito dalla crisi e dalle politiche di austerità, e dei soggetti politici e associativi che in questi anni hanno lavorato per un’Europa giusta, sostenibile e solidale. Quindi per far conoscere a tutta la cittadinanza in che modo le politiche economiche europee assoggettate alla grande finanza devastano esistenze e tessuti sociali anche nella nostra provincia.
Chiediamo quindi di aderire a questo appello, di farlo circolare e soprattutto di partecipare attivamente alla campagna elettorale organizzandola nelle varie località della provincia, sui luoghi di lavoro, nelle istituzioni.
Paola Baroni
Paolo Benvenuti
Maurizio Bini
Sergio Bontempelli
Alberto Bozzi
Cinzia Bucchioni
Ettore Bucci
Marcello Buiatti
Alessandro Breccia
Giovanni Capuzzi
Roberto Cerretini
Simone Coduti
Cristina Cosci
Simone D’Alessandro
Lorenzo Di Bari
Emiliano Dovico
Ilaria Ferrara
Marcello Ferrari
Marco Frediani
Alessandro Frosini
Giorgio Gallo
Alessandro Garzella
Francesco Gesualdi
Simonetta Ghezzani
Silvia Giamberini
Corrada Giammarinaro
Lido Giampaoli
Francesco Giorgelli
Maria Rosaria Lacatena
Sandro Modafferi
Isabella Moretti
Tiziana Nadalutti
Michele Nassi
Vanna Niccolai
Tiziana Noce
Matteo Novaga
Luca Odetti
Fausto Pascali
Mario Pezzella
Luigi Piccioni
Martina Pignatti Morano
Adriano Prosperi
Matteo Pucciani
Massimo Ronchieri
Carmelo Scaramuzzino
Fabrizio Sebastiani
Bruno Settis
Renzo Ulivieri
Cristiana Vettori
Maria Francesca Zini
don Armando Zappolini
Alberto Zoratti
martedì 25 febbraio 2014
Una riflessione sul rimpasto di giunta in Toscana - Alberto Bozzi
venerdì 14 febbraio 2014
Europa 2014: la terra trema.
La terra trema. Non è il film di Luchino Visconti, ma la realtà quotidiana del nostro Paese. La terra trema per la rabbia sociale crescente. La terra trema perché di fronte alla richiesta incessante di chi si sente oggi più debole si risponde con l'attenzione della politica agli equilibrismi di Palazzo. La sinistra sorta dalle ceneri dei congressi persi dopo la disfatta del 2008 è oggi presente nel parlamento, negli enti locali. Porta in dote esperienze di buona amministrazione, esperimenti di alternativa governante. Porta con sé alcune tare da scontare: la voglia di sopravvivere di un certo ceto politico, la tendenza a dileguarsi. Tuttavia, questa sinistra di governo del cambiamento è ancora in campo.
Se vuole consegnare un futuro carico di speranza, deve adempiere con pienezza al ruolo di lievito della sinistra sociale. Di quei pezzi che vanno ricomposti, di quelle energie sane e positive esterne ai partiti che, tuttavia, hanno la consapevolezza del ruolo di queste organizzazioni e non ricorrono allo snobismo o ai cenacoli filosofici per imporre la propria attenzione.
I rischi connessi all'operazione della lista unitaria di Altra Europa per Alexis Tsipras sono alti e abbiamo imparato a conoscerli: recrudescenza di nicchie identitarie sventolate con rancore verso chi ha provato la strada del governo, ostruzionismo silenzioso di chi non ha neanche l'intenzione di porsi a un tavolo per chiedere di aprire le porte e fare entrare aria fresca. Non l'aria putrida dei giovanilismi, di una supposta "società civile", ma le ansie e le speranze di coloro che hanno combattuto e combattono per un cambiamento reale.
Senza mai stancarsi di dialogare e confrontarsi. Scegliendo le pratiche che uniscono, scorporando e distruggendo quelle che dividono.
Nella nostra città, a Pisa, le molte sinistre per cui le Europee rappresentano un'ultima possibile opportunità costituente portano i nomi dei molteplici astenuti, degli iscritti e simpatizzanti di Sinistra Ecologia e Libertà, dei membri di Una Città in Comune - PRC, delle associazioni culturali e impegnate nel sociale come nelle lotte per uno sviluppo ecosostenibile e per i beni comuni, degli studenti medi e universitari che hanno animato con costanza e raziocinio il fantastico ciclo di lotte del 2008-2011. Tanti sono i limiti, ma tante pure le potenzialità. Non nascondiamo con ipocrisia le differenze, ma auspichiamo un salto di qualità nella riflessione politica.
Le elezioni europee e la prospettiva di lista unitaria per Tsipras offrono uno spazio di agibilità che può esprimere un avanzamento condiviso.
Se ci sarà condivisione delle pratiche operative di minima, delle forme di coinvolgimento e partecipazione dei cittadini, della piattaforma programmatica da elaborare insieme.
Se sarà solo l'ennesima rivalsa fra gruppi di persone o se metteremo solo la polvere sotto il tappeto per il tempo da qui a maggio, avremo perso in partenza e sarebbe onesto saltare un giro. Ma l'occasione è importante e può costituire uno snodo storico.
Per far questo, è essenziale che forze politiche, energie sociali e soggettività in fermento si parlino, espongano un progetto condiviso in ogni quartiere.
È compito di chi vive l'esperienza di SEL far sì che di questa partita la nostra comunità sia vera protagonista: forte nelle proposte e nel contenuto, radicale nella prospettiva di cambiamento, propositiva e innovativa nelle pratiche. Ha questo senso, per noi, l'ordine del giorno congressuale che dichiara la prospettiva del socialismo europeo attraverso il sostegno alla candidatura di Alexis Tsipras.
Ci mettiamo a disposizione di questa discussione anzitutto nella nostra comunità politica, perché si faccia foriera di questo bisogno in ogni luogo e in ogni momento di qui al 25 maggio. Invitiamo tutte e tutti coloro che hanno a cuore i medesimi intenti di mobilitarsi e far sì che, nei propri luoghi e a seconda del proprio contesto, questa prospettiva sia resa praticabile della lista di Altra Europa, potenziale nucleo costituente di un vasto campo di forze capaci di immaginare e concretare l'alternativa governante.
venerdì 24 gennaio 2014
CTP 6: "Mai più guerra". L'intervento di Mauro Stampacchia.
giovedì 23 gennaio 2014
LA SINISTRA CHE VINCE E CHE NON HA PAURA. Verso le elezioni europee 2014, #consultazionediretta!
- è utile e importante una collocazione politica europea per SEL? Se si, quale?
- è utile e importante la scelta di una candidatura alla testa della Commissione UE? Se si, chi?
- quali sono le priorità politiche che SEL dovrà portare al Parlamento Europeo?
Andrea Bellotti
Matteo Pucciani
venerdì 10 gennaio 2014
Renzellum: verso una legge elettorale eversiva di Andrea Binetti
Tre, ufficialmente, le proposte del segretario del PD tra le quali, il "sistema elettorale dei sindaci", il sistema elettorale spagnolo e una variante peggiorativa delle leggi n.276 e 277 del 4 Agosto 1993 note con il nome di "Legge Mattarella".
Tra queste quella che sembra, realisticamente, avere più chances di andare in porto è una specie di Mattarellum modificato.
Si tratterebbe di un'aberrazione giuridica per la quale il 75% dei seggi verrebbero eletti con un sistema maggioritario uninominale, un altro 15% sarebbe assegnato al partito vincente come premio di maggioranza mentre il restante 10% dei seggi sarebbe riservato come "diritto di tribuna" ma solo ai partiti che superano la soglia del 4%.
Vale la pena di effettuare alcune brevi osservazioni:
1) Questa proposta è finalizzata all'eliminazione del multipartitismo in Italia chiudendo definitivamente una storia iniziata con la fine del regime fascista;
2) Si toglierebbe definitivamente all'elettore la possibilità di scegliere tra più candidati dello stesso partito;
3) Non esiste/non è mai esistito, altrove nel mondo, nessun caso in cui sia stato adottato un sistema elettorale con premio di maggioranza dato che, già di per se, i sistemi elettorali maggioritari tendono a distorcere notevolmente, in termini di seggi, la volontà dell'elettore a favore del/dei partiti più forti e, non a caso, nella "legge Mattarella" era stata prevista una quota del 25% dei seggi da assegnare con metodo proporzionale oltre al meccanismo dello scorporo, meccanismo anch'esso volto a ridimensionare l'effetto maggioritario;
4) Non esiste/non è mai esistito, altrove nel mondo, nessun sistema elettorale che preveda il diritto di tribuna con soglia di sbarramento dato che per la sua natura il "diritto di tribuna" è riservato alle forze minori escluse, altrimenti, da ogni rappresentanza parlamentare.
Questa proposta presenta non uno ma numerosi aspetti, tra i quali lo stravolgimento del principio di rappresentanza, che violano la costituzione italiana.
A questo punto c'è da augurarsi che, per qualche bieco calcolo politico, Grillo e/o Berlusconi facciano affondare tali proposte oppure che, nella malaugurata ipotesi che il parlamento italiano arrivi ad adottare il Renzellum, la Corte Costituzionale gli riservi lo stesso trattamento che ha adoperato per il Porcellum.