venerdì 8 novembre 2013

Quante sinistre a Pisa?


Dopo le elezioni amministrative, malgrado il risultato di apparente continuità, ci sono elementi di novità niente affatto secondari. Difficilmente si potrebbe, senza nulla togliere alla legittima soddisfazione di chi con il proprio lavoro ha comunque conseguito un risultato significativo, parlare di una "vittoria" di Sel, stante l'emorragia di quasi la metà dei voti rispetto alle politiche di qualche mese fa e dunque anche il segno di una scarsa comprensione della scelta di entrare nella coalizione del sindaco uscente, anche perchè fatta a ridosso delle elezioni. L'astensionismo, che forse ha penalizzato Sel e la sinistra meno di altri, è comunque un segnale che dice che il disagio sociale e politico è alto, ma purtroppo non guarda a noi Sel come interlocutori. Ma la sinistra a Pisa nel suo complesso cresce e si consolida, sia nella rappresentanza, che nelle  istituzioni. Conserva ancora capacità di esprimere vaste aree di opinione cittadina, può ambire ad andare oltre l'opposizione, influenzare fortemente le politiche cittadine, condizionare, se non anche esprimere in prospettiva il "governo" della città.

Questo è un tema importante certo, ma non il principale della politica di oggi, stante anche l'ulteriore drastico ridimensionamento finanziario dei comuni continuato dal governo delle larghe intese (e che la vicenda Imu non potrà che aggravare). Con gli attuali equilibri i consiglieri (ed assessori) avranno un compito niente affatto invidiabile, perchè nella coalizione di Filippeschi anche la destra si è rafforzata. Stiamo girando adesso la boa dei sei mesi dopo l'insediamento della nuova giunta ed è possibile quindi un bilancio su quanto si stia realizzando il "cambio di passo" chiesto da Sel come condizione per la sua presenza in maggioranza.

Intanto però occorre riorganizzarzi ed attivarsi anche sul terreno della politica generale, del conflitto e della risposta alla crisi economica, in un quadro che al momento delle elezioni amministrative non si era del tutto delineato, ma che oggi vediamo come l'organico coinvolgimento del Pd nell'alleanza con il Pdl. Nel volgere di un anno siamo passati da un Pd pisano cui dedicavamo il massimo della nostra critica e un Pd nazionale "bersaniano" cui dedicavamo lodi (talvolta esagerate) alla situazione esattamente opposta, e cioè ad una alleanza con il Pd locale ed una nostra opposizione nazionale, rotta per mano Pd la alleanza "Italia Bene Comune". Ora abbiamo come orizzonte, sempre a stare ottimisti, il centrosinistra "dal basso", non più l'alleanza (come si è visto, di burro) con il Pd. Sempre che il quadro nazionale delle "larghe intese" non venga trasferito un poco alla volta a livello locale, come invece sembra avvenire. Sempre che, come probabile, il quadro della crisi economica, che non ha trovato nella supina accettazione delle politiche della finanza europea tipica delle "larghe intese", non si aggravi addosso ai ceti socialmente più deboli e a rischio. Ma nessuno può esimersi dal prendere atto della profondità degli sconvolgimenti del quadro politico, che non sono una parentesi, e che lasceranno il segno, fino nelle identità dei partiti coinvolti, e nella storia del nostro paese.

Non è un quadro brillante, ma è quello che è. Occorre farvi fronte intanto unendo tutta la sinistra disposta a lavorare insieme, ma senza ritagliarsi un recinto meramente identitario, anzi con l'intento di parlare a tutta la società. Ma dal basso, o forse dovremmo dire: dall'alto di una prospettiva che privilegi le condizioni materiali e le risposte necessarie ad una crisi che semina povertà e insicurezze.

Quali e quante sono le sinistre oggi a Pisa? Ci siamo noi Sel, che abbiamo la sinistra nel nome e nella vocazione, ma c'è anche la sinistra di Una Città in Comune, che ha ottenuto dal niente o dal molto poco un risultato di tutto rispetto (due consiglieri, come noi), che giocherà la carta della opposizione e del radicamento. Una Città in Comune ha legami organici con una esperienza, quella dell'ex Colorificio Occupato, che sta aprendo strade nuove di pratica e cultura, che ai miei occhi si possono paragonare a punti alti di elaborazione quali in passato si sono avute a Pisa (le "tesi della sapienza" per esempio), di risonanza nazionale se non anche europea, ma non ha un partito nazionale di riferimento, se non una Rifondazione assai indebolita. C'è poi la sinistra interna al Pd, che oggi non può tenere un basso profilo, anche in vista del congresso che sarà decisivo per ratificare gli equilibri di quel partito, forse per mutarne ulteriormente la natura. A Pisa la convergenza tra sostenitori di Cuperlo (che qui corrispondono anche all'establishment politico) e i sostenitori di Renzi dovrebbe far suonare un campanello per chi volesse mantenere una identità non centrista e non moderata al Partito Democratico. Non sono però queste tre le uniche forze di sinistra a Pisa. Io credo ce ne sia una dentro il M5Stelle. Non so che cosa si possa fare con un Grillo che sembra voler cavalcare il gioco del "io contro tutti", ritenendo che ancora possa portare risultati. Il punto è che questo genera dentro il Movimento inevitabili tensioni e non spiega il divario tra risultati alle politiche e quelli alle amministrative, anche a Pisa. Dal basso, con gli attivisti, ora il confronto è d'obbligo ed ogni supponenza o senso di primazia (che tanto contribuisce a restringere i consensi della sinistra) non può che fare danni. C'è poi una sinistra, assolutamente eventuale, che dorme dentro il vasto astensionismo, generato dal senso di disgusto, indignazione, ma anche impotenza, già diffuso e rafforzato dopo le elezioni di febbraio. Queste avevano alimentato la spinta al cambiamento, che però le larghe intese ora negano. E' una sinistra eventuale, che si tiene lontana dalla sinistra perchè la percepisce come rinunciataria, ma che potrebbe anche orientarsi nella direzione di una sinistra che fosse autentica ed efficace. Forse si aspetta qualcuno che si muova in questa direzione, una forza che sia levatrice in questo contesto così difficile delle necessarie risposte della buona politica. E' una sfida, questa, che può risultare decisiva degli esiti di questa fase politica.

Questo blog nasce anche per offrire un luogo di confronto, per dare un benvenuto a queste sinistre, e lavorare per unire la sinistra, a cominciare da Pisa.

Mauro Stampacchia

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