venerdì 25 ottobre 2013

Intervento all'assemblea nazionale di Marcello Buiatti

In tempi ormai veramente molto antichi, prima ancora della caduta del muro di Berlino e della modificazione dei Partiti comunisti europei, si discuteva accesamente sulla importanza da dare rispettivamente ai “processi strutturali” e a quelli “sovrastrutturali”- Per strutturali si intendevano i processi economici che allora erano tutti quelli della economia reale e cioè della produzione, acquisto e vendita, di beni e servizi. Vigeva ancora allora in gran parte la legge della domanda e della offerta che permetteva equilibri almeno teoricamente stabili della economia. Processi sovrastrutturali invece venivano considerati quelli che avevano a che fare con gli stati e i bisogni non solo materiali, degli individui e delle loro aggregazioni nei diversi livelli di organizzazione delle società. I Partiti comunisti allora sbagliavano a sottovalutare i sentimenti delle singole persone da sole o aggregate, dimenticando anche una parte del pensiero marxiano e in particolare i manoscritti del 1844, e provocando errori di cui sentiamo ancora fortemente le conseguenze. Io sono da sempre convinto che noi esseri umani dobbiamo tenere conto non solo dei fatti “obiettivi” delle economie, adesso loro stesse in gran parte “sovrastrutturali” e cioè staccate dalla materia vivente e non vivente, perché le politiche hanno a che fare con uomini e donne reali e dei loro pensieri oggettivi ma anche soggettivi. E’ proprio guardando ai comportamenti individuali e collettivi degli italiani e non solo di questi che io ho visto negli ultimi anni un rapido aumento della sofferenza , del dolore, della rabbia individuali, tutti sentimenti adesso molto più forti persino in certi casi di quelli del dopoguerra e dei periodi in cui la situazione materiale degli italiani era pure infinitamente peggiore di quella di ora. Sento infatti intorno a me ventate di forte dolore individuale, di difficoltà di comunicazione, di ricerca inutile di evasione dalla incertezza e dal dolore con medicine di vario genere e anche con droghe, inesistenti nei tempi antichi di cui parlavo e ormai invece usate da una vasta parte delle nostre comunità umane. Non solo da essere umano ma da biologo, è questo che mi spaventa più ancora dei problemi materiali giganteschi posti dalla economia finanziaria e quindi virtuale che ormai è ben il 92% della circolazione mondiale di moneta. So infatti dalla mia area scientifica, che i nostri pensieri e sentimenti si formano nei nostri cervelli, giganteschi computer auto-organizzati che contano cento miliardi di neuroni capaci di combinarsi in un milione di miliardi di diverse connessioni e formare così un numero incredibile di pensieri diversi. Questa è una caratteristica solo umana, ma quello che la gente generalmente non sa è che le unioni fra neuroni che ci permettono di pensare, le cosiddette “sinapsi”, sono in grandissima parte frutto delle interazioni fra individui che materialmente le modificano in ogni momento delle nostre vite. In particolare sappiamo bene che alla nascita le sinapsi sono disposte in modo “quasi casuale” e si organizzano poi nei primi 3-4 anni di vita sulla base dei segnali che i bambini ricevono dagli altri esseri umani. E’ per questo che bambini allevati da altri animali sono sempre handicappati proprio perché non recepiscono correttamente i segnali che arrivano da lupi, leoni ecc. La presenza di sinapsi correttamente ordinate è la base fondamentale del bene-essere individuale che è quindi direttamente collegata con i rapporti fra persone. Come diceva il grande filosofo Hans Jonas gli esseri umani si distinguono dagli altri animali perché sono capaci di “immaginare” e cioè di organizzare le proprie sinapsi in modo da “inventare” oggetti anche inesistenti nella realtà, come si vede anche dalle pitture rupestri che però possono diventare progetti  e strumenti umani se le “immagini” vengono “proiettate” sulla materia esterna. E’ per questo che gli umani hanno una strategia di adattamento dal contorno sempre cangiante, che è diversa da quelle di tutti gli altri esseri viventi nel senso che sono capaci di cambiare attivamente e positivamente gli ambienti invece di essere selezionati in modo passivo dal contesto sulla base della variabilità genetica che non a caso in noi è pochissima. Fondamentale per poter usufruire di questa capacità di variabilità “mentale” è lo scambio di informazioni fra umani, reso possibile solo a noi da alcuni geni che ci hanno permesso di articolare e ricevere, in modo incredibilmente superiore a quanto possono fare altri animali, i segnali dei nostri simili e quindi accumulare moltissima informazione necessaria per il nostro adattamento vitale. E’ quindi lo  scambio di informazione fra individui diversi che ci rende umani e ha un ruolo importantissimo per le nostre vite e per la nostra felicità. Non è per caso infatti che le persone che venivano chiuse nei manicomi prima della legge 180 costruita dal movimento di Psichiatria democratica con cui interagisco da molto tempo, non solo non stavano bene ma, visto che il cervello comanda non solo il pensiero ma anche la materia umana in genere, si ammalavano e morivano molto precocemente. Ora, se vediamo il nostro Paese, ma anche tutto il Mondo umano attuale ci è facilmente chiaro che sta passando un periodo di sofferenza crescente non solo per i problemi materiali che tanti devono affrontare, ma soprattutto per la frammentazione dolorosa fra umani e per un letale e continuo processo di distacco dalle nostre vite reali fatte di materia ma anche e molto, di connessioni fra individui nei popoli e fra popoli in quanto tali. E’ questa una delle ragioni di base del fatto che in questo momento storico abbiamo un numero incredibile di guerre in grandissima parte interne agli Stati e derivanti da lotte fratricide, sulla base non più solo di differenze economiche che pure pesano terribilmente, ma di pensieri dogmatici poco o per niente legati alla realtà materiale. Non è a caso che le guerre in atto sono fondate praticamente tutte su differenze “immateriali” di religioni o di “razza”, nonostante che questo ultimo concetto non abbia senso biologico per gli umani che, come dicevo prima, hanno pochissima variabilità genetica quasi completamente uguale in tutte le etnie che popolano il Pianeta. In Italia le cose non sono diverse da quanto avviene nel resto del Mondo, tanto che il nostro popolo non è più tale nel senso che non ha più una identità fondata come quella di tutte le nazioni sulla propria storia, i propri pensieri collettivi, il proprio ruolo nel Mondo. Quello che sta avvenendo anche in noi è invece un aumento continuo di irritabilità individuale, un senso forte e terribile di insicurezza, il tentativo sempre più frequente di sopravvivenza individuale anche a scapito degli altri, la distruzione continua dei luoghi di aggregazione, la corsa alla individuazione di nemici spesso virtuali o inventati, la ricerca, come è successo in altri tremendi periodi, di uno o più “salvatori” che ci levino dalla melma di dolore in cui ci troviamo, togliendoci la responsabilità, la lotta contro qualsiasi tentativo di rafforzamento di leggi comuni ed accettate e quindi della democrazia. Così, in politica il nemico è diventato una parola, la “casta” che viene identificata nei “politici” includendo in questi le persone , elette, che stanno in Parlamento o che dirigono città, province, regioni, e i “Partiti” , senza alcuna distinzione né tantomeno specificazione provata delle colpe. Secondo un numero incredibile di italiani sono i “politici” che rovinano il Paese, rubano soldi, distruggono mentre quelli che si considerano “non politici” si ribellano a prescindere dal loro reale stato economico, con il risultato deprecabile che scompaiono concetti come la divisione fra sfruttati e sfruttatori, fra padroni e lavoratori, fra speculatori, finanzieri, e poveri, fra ladri e derubati, fra onesti e disonesti, fra chi paga e non paga le tasse, ecc. e resta solo una rabbia pericolosa anche in quanto non diretta verso obiettivi specifici. In questo quadro gli “innocenti” diventano proprio quelli che hanno iniziato lo spostamento dalla economia reale a quella virtuale di cui parlerò in seguito ed è la causa principale del degrado e cioé i famosi “imprenditori italiani” che vengono considerati come le sole persone che possono salvare l’Italia e che io chiamo ancora “padroni” come ha fatto Enrico Rossi, governatore della Toscana immediatamente redarguito pesantemente dai giornali. E’ stato infatti il grande Agnelli che ha intimato a Romiti di vendere i brevetti ottenuti dai 2000 bravissimi ricercatori della FIAT alle imprese estere competitive come la Volkswagen per investire nella finanza, distruggendo così in un colpo solo il grande spazio di mercato che aveva la FIAT e sperperando la enorme quantità di danaro pubblico di cui si era appropriato. Il Movimento 5 stelle è il portavoce più urlante di tutto questo modo di pensare ormai entrato nel patrimonio culturale del Paese anche se il Partito di Grillo  è in parlamento e fa quindi ufficialmente parte della stessa “casta” che dice di voler combattere. In questo quadro, con la spinta determinante di Berlusconi ma non solo, i comportamenti degli italiani sono profondamente cambiati, si frammentano e rompono le connessioni fra gli italiani, aumentano le rabbie individuali, il disprezzo per le regole, la voglia di sfoghi anche violenti in particolare verso i cosiddetti diversi come i neri e in genere i migranti, gli ebrei ( secondo il Parlamento ci sono in Italia 2000 siti antisemiti) i gay, i cosiddetti folli e gli handicappati e anche le donne che si vedono distruggere parte delle vittorie ottenute a cavallo degli anni “70 del secolo scorso e si trovano di fronte alla rinnovata tragica violenza dei femminicidi che ricorda quelli che tanto tempo fa venivano chiamati delitti d’onore ben descritti nell’allora famoso film “divorzio all’italiana”. Contemporaneamente si avvertono un attacco generalizzato al sapere che conta sempre di meno perché “ non rende soldi” e la attiva distruzione di una nostra identità di popolo forte e ricchissima di storia fin da molto prima della unità nazionale del nostro Paese. Sta di fatto avvenendo qualcosa di simile a quanto è successo in altri momenti di crisi e ha portato alla ricerca del colpevole del disastro, ovviamente “diverso” o facente attiva parte del sistema democratico e costituzionale, e di un qualche “capo” che ci levi dalla responsabilità del nostro futuro. Non a caso il Prof. Prosperi dice che gli italiani sono e saranno succubi di almeno tre “comici” e cioè teatranti, Silvio Berlusconi, Beppe Grillo e Matteo Renzi, che poi sono, anche se in modo diverso, tutti cause portanti del nostro degrado complessivo. La ragione di tutto questo è una progressiva “virtualizzazione “ delle vite che ha radici mondiali e una sua attuazione italiana con caratteristiche solo parzialmente autonome. Il problema mondiale sta nella tragica modificazione e distruzione della economia mondiale che non è più coerente con il significato del termine ( economia=oikos+nomos= legge umana dell’ambiente e cioè modificazione del contesto materiale ai fini di una vita umana migliore). Sappiamo infatti che in questo momento la economia reale, quella basata sulla produzione, acquisto e vendita di strumenti utili per la sopravvivenza, copre poco più dell’otto per cento del movimento di moneta del nostro Pianeta ed è ancora mantenuta almeno in teoria nell’equilibrio dinamico derivato dalla legge della domanda e dell’offerta. Il resto e cioè il 92% consiste invece nell’acquisto e nella vendita di moneta in gran parte effettuata online, del tutto indipendente dal lavoro, dalla produzione, dai desideri di compratori e dai vantaggi derivanti dall’acquisto. Sono ormai pochissime le persone che dirigono la danza di questo tipo di economia ( il numero si aggira su 150 individui secondo le stime) e fanno il buono e cattivo tempo delle vite umane individuali e collettive. La economia del nostro tempo quindi prescinde completamente dalla vita e dalla produzione, acquisto e vendita di beni ma determina il presente ed il futuro delle economie reali, quelle che definiscono i margini del lavoro, della produzione di beni e quindi delle vite delle persone reali, quelle di carne e sangue che nascono, vivono e muoiono. Noi che viviamo in un Paese debole sia dal punto di vista economico che da quello politico, risentiamo pesantemente di questa situazione e siamo costretti a una continua fibrillazione dovuta ai giornalieri bollettini delle borse internazionali e alle indicazione della famigerate agenzie di rating che ci spaventano senza che possiamo incidere in alcun modo sul nostro futuro personale e collettivo. Da qui l’aumento della insicurezza, della sensazione di irrealtà della vita reale, della rabbia e del rancore verso ignoti lontani e irraggiungibili che scarichiamo come ho detto precedentemente su obiettivi evanescenti come la “casta”, la “politica”, i “ladri”, “quelli là che rubano” ma anche “gli stranieri” e “i diversi”, tutti difficilmente definibili nel concreto, difficilmente raggiungibili e comunque intrinsecamente inutili perché incapaci di incidere sulla struttura mondializzata delle economie. In Italia fino ad ora non pare che ci sia stato nessun atto diretto alla riduzione della economia virtuale e alla ricostruzione di quella classica , produttrice di lavoro e di beni utili alle vite. Su questo ha lavorato meravigliosamente Berlusconi che non ha mai prodotto niente di materiale ma nasce con le ruberie finanziarie e continua su queste affidando a Brunetta e ai suoi simili il compito di far credere alla gente che la economia non solo sia, ma debba essere virtuale, diretta dai nostri innumerevoli ladri locali, e modificabile soltanto sul piano monetario giocando sulle tasse ed evitando di incidere in modo positivo sulla produzione e quindi sul lavoro retribuito. La virtualizzazione delle nostre vite ha inciso molto pesantemente sul nostro pensiero e sulla nostra scala di valori. In particolare ne hanno sofferto e ne soffrono la conoscenza e i saperi che vengono considerato ufficialmente inutili e anzi dannosi perché non producono immediatamente moneta. Così sono state distrutte le scuole e le Università lasciando il Paese incapace di rientrare nella fascia di competitività del mercato reale con le innovazioni di processo e di prodotto che sono l’unico modo per far rinascere il lavoro e la produzione di beni da usare noi e da immettere positivamente sui mercati internazionali. Purtroppo la fola della inutilità del pensiero è penetrata nelle persone che ormai disertano quando possono il luoghi del sapere considerandoli inutili, noiosi e da eliminare perché “non rendono”. Con le scuole si chiudono o si abbandonano i musei e i teatri perdendo così fette delle nostre entrate basate sulla storia immensa di un popolo come il nostro ammirata da tutti meno che da noi stessi. Di tutto questo e della mefitica e però furbescamente intelligente capacità di distruzione di Berlusconi ho avuto prova personale quando mi sono accorto che i miei allievi diventavano molto più attenti e smaniosi di sapere e fare nei due casi in cui Prodi ha battuto Berlusconi. Purtroppo questo ritorno di interesse per l’uso del cervello è poi scomparso dopo le successive vittorie dello stesso Berlusconi e adesso si è infiltrato in quasi tutti i raggruppamenti politici. Non a caso Matteo Renzi, un altro teatrante e purtroppo possibile segretario futuro del PD, ha cercato di licenziare la orchestra del Maggio fiorentino salvata appena in tempo dal ministro Bray di SEL e ha invece offerto un pranzo sul Ponte Vecchio di Firenze a Montezemolo e ai suoi amici imprenditori e in quanto tali “santi” della vita virtuale come del resto Marchionne anche lui amico del teatrante fiorentino. Questo , molto sommariamente, un tentativo di quadro dello “stato di cose esistente” da cambiare marxianamente con tutte le nostre forze. La battaglia sarà difficile ma si possono indicare alcune aree di intervento capaci almeno di alleviare il dolore individuale e collettivo derivante dalla virtualizzazione e apparente inutilità delle nostre vite:
a) Bisogna innanzitutto cominciare a dire che “il re è nudo” e cioè spiegare quando e come si può le ragioni fondamentali della nostra crisi economica ma direi anche profondamente morale che sta distruggendo i nostri cervelli e le nostre vite.
b) Difendere strenuamente la nostra Costituzione che pone una serie di paletti alle azioni dei singoli e a quelle della collettività che possono, se veramente attuate, “contenere” in senso psichiatrico i pensieri delle persone e farli ritornare alla realtà vera delle vite.
c) Difendere contemporaneamente la democrazia nella unica forma in cui si è organizzata in tutta la storia umana e cioè con il sistema parlamentare ed elettivo naturalmente modificando la legge elettorale ma eliminando ogni tentativo anche di Grillo della elezione per acclamazione in rete o fuori della rete che sia.
d) Difendere l’etica dei comportamenti degli individui verso la collettività a cominciare dalla lotta alla evasione fiscale spiegando con chiarezza l’importanza del contributo dei cittadini alla collettività senza il quale i servizi per tutti scomparirebbero.
e) Valorizzare i saperi investendo in essi e ricostruendo le scuole , le Università e la ricerca senza le quali la nostra competitività sul mercato reale scomparirebbe.
f) Impedire che il finanziamento pubblico vada alle imprese senza alcun controllo , erogandolo solo su progetti controllati dallo Stato in cui sia obbligatoria la spesa per la occupazione e la retribuzione dei lavoratori.
g) Rendere difficile la vita alla economia virtuale alzando opportunamente le tasse del tipo Tobin tax come deterrenti e invece aumentando il finanziamento alle imprese produttive sempre come dicevo su progetti ben definiti e controllabili
h)  Riprendere la manutenzione del Paese per impedire le catastrofi naturali sempre più frequenti per il cambiamento climatico e facilitare la ripresa della produzione ad esempio diminuendo le spese di trasporto, riducendo lo spreco dell’aria, dell’acqua della energia, del suolo produttore di cibo e di vita ecc.
i) Aumentare la azione attiva del pubblico rendendolo più efficiente ma anche rifinanziandolo e combattendo a livello internazionale la imprevedibilità della economia virtuale
j) Riformare non necessariamente la magistratura che deve essere solo messa in condizioni materiali di lavoro plausibili ma una serie di leggi ingiuste fra cui la Bossi-Fini, quelle sulla cittadinanza  ecc-

Questi naturalmente sono solo alcuni dei tanti obiettivi su cui lavorare che però non sarebbero davvero sufficienti senza una vera campagna di de-berlusconizzazione a prescindere anche da Berlusconi che riorganizzasse la scala di valori di un popolo ormai non più degno di questo titolo che deve ricostruire sulla base della sua antica e recente storia una vera identità culturale nazionale di cui è parte fondante la nostra Costituzione da attuare finalmente in modo complessivo e definitivo. Tutto questo ed altro fa parte dei nostri compiti che dobbiamo iniziare a diffondere fino da adesso come Partito utilizzando il nostro congresso come punto fondante di ricostruzione della nostra forza politica , dei suoi obiettivi e dei suoi ideali decidendo solo alla fine della discussione una coerente politica di alleanze che non devono in alcun modo essere predeterminate.                            

Marcello Buiatti

Ascolta l'intervento all'assemblea ( da Radio Radicale )

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